Il tema della maschera è riscontrabile anche in Schopenhauer: egli nella sua opera del 1818 Il mondo come volontà e rappresentazione sostiene che la realtà che noi vediamo è pura illusione e tutto potrebbe essere solamente un sogno.
Egli parte dalla distinzione kantiana tra FENOMENO, la “cosa così come appare”, e NOUMENO, la “cosa in sé”. Kant sosteneva che il fenomeno era la realtà e che il noumeno era un concetto limite che va al di là dell’apparenza; invece per Schopenhauer il fenomeno è illusione, sogno, il “velo di Maya” dell’antica sapienza indiana, e il noumeno è la realtà che si nasconde dietro l’apparenza della realtà.
"E’ Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella [Maya] rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia alla corda gettata a terra che egli prende per un serpente."
Il fenomeno di cui parla Schopenhauer è la rappresentazione che esiste solo dentro la coscienza, infatti egli scrive "il mondo è la mia rappresentazione". La rappresentazione si divide in due concetti: il soggetto rappresentante e l’oggetto rappresentato, essi sono entrambi elementi essenziali che non possono essere indipendenti dall’altro.
Schopenhauer sostiene l’esistenza di tre forme a priori: lo SPAZIO, il TEMPO e la CAUSALITA'. Quest’ultima è la più importante in quanto tutte le altre sono ad essa riconducibili, essa si manifesta in modi differenti: principio del divenire, dell’essere e dell’agire. Il primo regola i rapporti tra gli oggetti naturali, il secondo regola i rapporti spazio-temporali e le connessioni aritmetico-geometriche e il terzo regola le connessioni tra un’azione e i suoi motivi. Egli sostiene che la visione delle cose si deformi attraverso le tre forme a priori, sostenendo quindi che la vita è un sogno, apparenza. La realtà però esiste al di fuori del sogno, riguardo alla quale il filosofo si interroga. Il modo per rompere il “velo di Maya” e passare dal fenomeno al noumeno si basa sul fatto che l’uomo è ragione ma anche corpo, il quale è la manifestazione dei nostri desideri. Tutti gli esseri viventi vivono “per vivere” e per mascherare questo fatto gli uomini hanno inventato un Dio che dà un senso alla loro vita. Egli sostiene che anche l’amore è solo una maschera in quanto il fine è solo l’accoppiamento. Schopenhauer quindi sostiene che tutto è dettato da una Volontà da cui l’uomo deve opporsi: egli propone delle vie di liberazione: l’arte, che è conoscenza libera e disinteressata; la pietà (compassione) che implica un impegno nel mondo a favore del prossimo; l’ascesi che consiste nell’estirpare il proprio desiderio di esistere e di volere.
Il velo nasconde la realtà, molti uomini non vogliono togliere questo velo perché la realtà che c’è sotto è spaventosa. La maschera diviene dunque un modo per ignorare l’orrore della realtà, costruendone una soggettiva.