WannaCry
Nel 2017 WannaCry, l’attacco ransomware che ha infettato in tutto il mondo più di 300 mila computer, ha messo in risalto quanto sia fragile la sicurezza informatica, minacciata costantemente da numerosi virus e malware, sempre più sofisticati e difficili da bloccare. Questa famiglia di malware è in grado di bloccare il funzionamento del computer, facendo sì che l’utente non riesca a effettuare il login nel suo profilo utente (mostrando, solitamente, un avviso dell’FBI o della Polizia di Stato) o utilizzando la crittografia per rendere illeggibili i file presenti all’interno del disco rigido (questi ransomware sono chiamati cryptolocker, dal momento che utilizzano la crittografia per bloccare i file). WannaCry appartiene proprio a questa categoria.
Morris Worm
Uno degli attacchi hacker più vecchi, e il primo a suscitare clamore, è stato il Morris Worm, che ha preso il nome del suo creatore, Robert Tapas Morris, uno studente della Cornell University. Il ragazzo aveva sviluppato il worm non per scatenare una violazione informatica maligna, ma per misurare la vastità del cyberspace. Quando però il virus è stato immesso in rete, il codice di Morris, dopo aver incontrato un errore, si è trasformato in un malware capace di infettare più di 6000 computer e provocare danni che, secondo alcune stime, raggiunsero i 100 milioni di dollari in soli due anni (1988-1990). Una cifra da capogiro per l’epoca.
Google China
Nel 2009 gli hacker presero di mira Google China, penetrando nei server dell’azienda californiana. I cybercriminali, utilizzando molteplici worm, erano riusciti a scardinare il sistema di sicurezza di Big G, rubando una serie di informazioni riservate. In particolare, Google si accorse che i cybercriminali avevano compromesso gli account Gmail di molti attivisti americani, europei e cinesi impegnati a difendere i diritti umani nel Paese più popoloso del mondo. Un attacco che secondo molti esperti era stato architettato dal governo di Pechino.
NASA e Dipartimento di Stato
Nel 1999, Jonathan James, un ragazzino di appena 15 anni, riuscì a insinuarsi dentro i computer della NASA e del Dipartimento di Stato Americano. Il giovane fu in grado di spiare migliaia di e-mail, contenenti molti documenti riservati, tra cui anche password di dispositivi militari, installando sui server dell’Agenzia Spaziale e del Dipartimento di Stato una backdoor. Attraverso i dati rubati, James si impossesò, inoltre, di un pezzo di codice di un programma della NASA.
Melissa
Nel 1999 Melissa è stato uno dei virus peggiori che mai abbia colpito Microsoft Word. Il codice malevolo agiva infettando il programma di testo di Redmond e successivamente si diffondeva mandandosi come allegato e-mail ai primi 50 contatti registrati in Outlook, il software per la gestione della posta elettronica installato sulle macchine compromesse. Melissa fu capace di provocare circa 80 milioni di dollari di danni.
ShadyRat
Nel 2011 molti esperti in sicurezza informatica rimasero basiti quando scoprirono che per 5 anni un virus era riuscito a diffondersi a macchia d’olio attraverso un semplice allegato e-mail. Il codice malevolo, individuato da Symantec (nota azienda specializzata in cybersecurity), colpiva subito dopo che la vittima apriva l’allegato, senza lasciare nessuna traccia. Una volta installato sulle macchine, ShadyRat era in grado di impadronirsi di tutti i file memorizzati sui computer infettati, tra cui figuravano quelli di istituzioni e organizzazioni internazionali importanti.
PlayStation
Nel 2011 si verificò un altro clamoroso attacco, il primo del suo genere. Ad essere colpiti dagli hacker furono gli utenti della console per videogame di Sony. I criminali informatici, infatti, bucarono il PSN (PlayStation Network) un sistema che permette agli iscritti di giocare online con altri giocatori. I dati di circa 77 milioni di utenti, tra cui molte informazioni sensibili come password e carte di credito, vennero messi a serio rischio dalla violazione informatica. Come conseguenza, Sony fu costretta a sospendere i server, invitando gli iscritti a cambiare i propri dati di accesso.
Stuxnet
In conclusione uno degli attacchi più pericolosi, considerando il target preso di mira: le centrali nucleari iraniane. Israele e Stati Uniti, secondo quanto si racconta, lanciarono un virus, conosciuto con il nome di Stuxnet, che colpì dal 2006 al 2010, prima che venisse scoperto, la struttura nucleare di Natanz. La funzione del malware era quella di aumentare la velocità delle turbine dell’impianto, portandole al collasso.