Armi nucleari

Reazioni nucleari

Grafico energia di legame per nucleone

Le armi nucleari sfruttano l’energia prodotta dalle reazioni nucleari. Le reazioni nucleari sono delle reazioni in cui la massa dei prodotti è leggermente inferiore alla massa dei reagenti, la quale si trasforma in energia secondo la formula relativistica E = mc2. Le principali reazioni nucleari sono due: la fissione nucleare e la fusione nucleare. La fissione riguarda principalmente elementi pesanti mentre la fusione riguarda elementi leggeri. Il motivo per cui ciò accade si può dedurre osservando come l’energia di legame per nucleone, la quale determina la stabilità dell’atomo, varia al variare del numero di massa. Essa tende ad aumentare per elementi aventi numero di massa basso e tende invece a diminuire per elementi con numero di massa elevato. Di conseguenza gli elementi pesanti, a partire da dopo il 56Fe, sono più instabili rispetto agli elementi pesanti aventi un numero di nucleoni minore e quindi maggiormente predisposti alla fissione. Al contrario gli elementi leggeri, fino a prima del 56Fe, sono più instabili rispetto agli elementi leggeri aventi un numero di nucleoni maggiore e quindi per essi sarà più probabile una reazione di fusione.

Fissione

La fissione nucleare è la reazione in cui il nucleo di un atomo pesante si divide in due nuclei di atomi più leggeri. Questa reazione avviene spontaneamente solo per elementi aventi numero atomico Z (numero di protoni) maggiore di 92, ma essa può essere innescata attraverso l’assorbimento da parte del nucleo di un neutrone. Oltre ai due nuclei più leggeri e ad una notevole quantità di energia vengono emessi da questa reazione anche dei neutroni, in media tra i 2,5 e i 3. Questi neutroni potranno a loro volta dare origine ad altre fissioni, generando così delle reazioni a catena.

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Per valutare lo sviluppo della reazione a catena viene usato il fattore di moltiplicazione K, definito come il rapporto delle fissioni in un istante t e il numero di fissioni nell’istante precedente:

Solitamente il materiale fissile più usato è l’uranio 235U (spesso le bombe sono realizzate con un misto di 235U e 239Pu) che sperimentalmente si è visto essere fissile maggiormente per neutroni termici, ovvero aventi basse energie di circa 0,03 eV quindi dell’ordine di grandezza dell’energia data dall’agitazione termica. Un primo ostacolo alla reazione a catena è quindi determinato dal fatto che la maggior parte dei neutroni prodotti dalla fissione sono invece neutroni veloci, ovvero aventi energie di circa 1 MeV. Grazie all’utilizzo di moderatori (come la grafite o l’acqua) è possibile però termalizzare i neutroni, ovvero ridurre la loro energia, in modo da favorire la fissione. Inoltre con questo metodo si può anche ridurre la massa critica necessaria per rendere autosufficiente la reazione. Un ulteriore modo per diminuire la massa critica può anche essere quello di ottimizzarne la forma: quella della sfera risulta la più ottimale poiché ha il miglior rapporto volume / superficie e quindi comporta una minore fuga neutronica.

Un secondo ostacolo è invece presentato dall’isotopo 238U il quale è in grado di assorbire un neutrone veloce e successivamente andare incontro a decadimento γ
processo mediante il quale un nucleo in uno stato eccitato emette un fotone per tornare ad un livello energetico inferiore X* → X + γ
seguito da due decadimenti β ̄
processo che avviene quando nel nucleo è presente un numero eccessivo di neutroni rispetto ai protoni e consiste nel decadimento di un neutrone in un protone, un elettrone e un antineutrino elettronico n → p+ + e- + ѵe
per formare 239Pu. Per questo motivo l’uranio naturale, che è formato in gran parte dal 238U e solo in minima parte dal 235U (0,7%), viene sottoposto ad un processo di arricchimento per aumentare la percentuale di 235U. Il processo di arricchimento sfrutta l’esafluoruro di uranio (UF6), il quale può contenere entrambi gli isotopi. Tramite la sua diffusione gassosa o centrifugazione è possibile, anche se con molta difficoltà, aumentare la percentuale di isotopi 235U presenti al suo interno.

L’energia liberata dalla fissione di un atomo di 235U è di circa 200 MeV e viene rilasciata principalmente sotto forma di energia cinetica dei prodotti. Parte dell’energia è prodotta anche dai decadimenti ai quali vanno incontro i prodotti della reazione sia per quanto riguarda l’238U che per quanto riguarda i due nuclei prodotti, i quali, avendo un eccesso di neutroni, sono instabili e quindi tendono a stabilizzarsi attraverso il decadimento β-.

ProcessoEnergia(MeV)
Moto dei prodotti di reazione166
Neutroni emessi all’atto della fissione5
Fotoni emessi all’atto della fissione8
Elettroni emessi nei decadimenti β-7
Fotoni emessi nei decadimenti β-7
Antineutrini emessi nei decadimenti β-10

C.Romeni, «La fissione nucleare», Zanichelli 2016, pag 1280

Grafico prodotti fissione


Un esempio di nuclei prodotti dalla fissione dell’235U possono essere il bario (Ba) e il krypto (Kr) ma la reazione può dare origine anche a prodotti diversi. Il seguente grafico mostra in che percentuale si formeranno prodotti con un certo numero di massa.

Fusione

La fusione nucleare è una reazione attraverso la quale due nuclei, di solito di elementi leggeri, si fondono per formare un nucleo di un atomo più pesante. Questo processo è ostacolato dalla repulsione coulombiana tra i due nuclei aventi cariche positive. Per questo motivo i due nuclei devono avere un’energia cinetica elevata in modo da contrastare la loro repulsione per farli arrivare ad una distanza tale da consentire alla forza di attrazione nucleare
la forza nucleare forte è la più intensa ma ha il raggio di azione minore tra le varie forze ed è quella che mantiene i protoni confinati all’interno del nucleo
di entrare in azione. Per raggiungere tale obiettivo sono necessarie temperature elevatissime, dell’ordine dei 108 K, alle quali i reagenti si trovano in uno stato di plasma
il plasma è il quarto stato della materia e consiste in un gas ionizzato in cui i nuclei e gli elettroni degli atomi sono dissociati
.
La fusione nucleare può interessare un gran numero di elementi e con varie combinazioni. Infatti nelle stelle queste reazioni avvengono per elementi che partono dall’idrogeno fino ad elementi i cui prodotti della reazione sono nuclei di Fe, limite oltre il quale la reazione diventa endotermica. La reazione più usata è quella tra due isotopi dell’idrogeno, il deuterio (2H) e il trizio (3H), che si è osservata essere quella che necessita di una minore temperatura per l’attivazione.

2H + 3H → 4He + n

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Il trizio usato nella reazione non è presente all’interno della bomba ma viene prodotto a partire da del litio (6Li) attraverso un bombardamento di neutroni.

6Li + n → 3H + 4He

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